Luca Maria Patella è un artista concettuale. Pressoché ignorato dal mercato, è viceversa molto apprezzato da istituzioni pubbliche e da musei, che gli hanno dedicato numerose mostre, retrospettive e anche ospitalità permanente in spazi pubblici. La Fondazione Morra di Napoli ha pubblicato a fine 2014 un libro che non solo è la sintesi del suo percorso concettuale, ma anche un affascinante mélange di figurazione, prosa, poesia e musica. Mi ricorda grandi testi francesi, di Rimbaud, Mallarmé, Artaud, nei quali la parola si spoglia del suo significato logico; il lettore deve abbandonare la ricerca del senso finito, per lasciarsi cullare dalla musica che ne sprigiona: il valore evocativo di questa lo porterà a «sentire» quel che l’artista intendeva esprimere. Un esperimento antico, dunque, ma anche nuovo, perché il linguaggio di Patella è esteso alla figurazione, ignota ai letterati prima citati.
Stazione di vita. Romanzino 2003, di Luca Maria Patella, 160 pp., ill., Fondazione Morra, Napoli 2014, € 170,00
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)