Fu nel 1927 al Bauhaus di Dessau, insieme a László Moholy-Nagy, che Florence Henri (1893-1982) decise di mettere da parte per un po’ la pittura e dedicarsi alla fotografia. I suoi primi scatti li realizzò a Parigi, dove viveva dal 1924 (era nata a New York) dopo aver girovagato per l’Europa, combinando gli insegnamenti del Cubismo e del Costruttivismo. Sin nelle prime composizioni è presente un elemento essenziale: lo specchio. Le nature morte realizzate a partire da pochi elementi, frutta o oggetti industriali, che chiama le «Composition», sono immagini sobrie eppure complesse per gli spazi frammentati e le molteplici prospettive. Lo stesso principio lo applica anche ai ritratti (nella foto, «Portrait Composition, Cora»
1931) e agli autoritratti. L’autoritratto con specchio e biglie metalliche è del resto una delle opere più note dell’artista dai tanti talenti, il riflesso di un’anima emancipata e anticonvenzionale. La carriera da fotografa di Florence, amica di Man Ray e André Kertesz, fu piuttosto breve (dal 1927 al 1940), ma bastò a farne una figura centrale dell’avanguardia tra le due guerre.
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