Occhi dilatati e labbra serrate

Ritratto cosiddetto Aureliano in bronzo, Brescia, Museo di Santa Giulia
Federico Castelli Gattinara |

Roma. Era il 2010 quando partì il progetto «I Giorni di Roma», programma di cinque grandi mostre ai Musei Capitolini per una rilettura complessiva e aggiornata del linguaggio dell’arte a Roma, dalla potente influenza della Grecia successiva alla sua conquista fino al progressivo sgretolarsi dei valori civili, morali e politici che precedettero il collasso dell’impero. Tre gli excursus cronologici che dalla fine del III secolo a.C. ci hanno condotto agli inizi del IV d.C., due gli affondi tematici dedicati alle eccellenze dell’arte romana classica, il ritratto e l’architettura, quest’ultimo ancora da fare. «L’Età dell’Angoscia. Da Commodo a Diocleziano (192-305 d.C.)» se da un lato conclude il ciclo temporale del progetto, dall’altro apre una riflessione sugli aspetti di crisi e decadenza di una civiltà e un modello di sviluppo, con non pochi agganci al presente. Il titolo si rifà
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