Non hanno tradito le aspettative le aste di numismatica e di filatelia della società torinese Bolaffi, tenutesi ciascuna in due giorni, rispettivamente il 4 e il 5 e l’11 e il 12 dicembre. Oltre 2 milioni di euro è il totale dell’incasso delle monete. Tra gli exploit, si sono registrati 440mila euro per dieci aurei romani di epoca imperiale (uno nella foto), che hanno quasi triplicato le basi d’asta (che complessivamente ammontavano a 160mila euro). Le dieci monete erano appartenute al Metropolitan Museum of Art di New York (che negli anni Settanta le aveva vendute all’asta a Zurigo), ma prima ancora a importanti collezionisti europei dell’Ottocento, come Gustave de Ponton d’Amécourt ed Edward H. Bunbury: sono state tutte aggiudicate a compratori stranieri. I francobolli hanno invece fruttato in totale 3 milioni di euro, con una percentuale di oltre l’80% dei lotti venduti. Il prezzo più alto di 114mila euro è stato pagato per un esemplare del Tre Lire di Toscana, emesso il primo gennaio 1860 dal Governo Provvisorio, quando il Granducato aveva ormai abbandonato Firenze.
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