Renato Barilli (Bologna, 1935) si ripresenta come pittore (attività interrotta cinquant’anni fa per svolgere quella di critico d’arte e letterario), con una mostra di tempere su carta, dal 19 settembre al 16 ottobre da Stefano Forni. Non è l’unico, beninteso, ad aver ricoperto il doppio ruolo: in Italia, ad esempio, esordì con tele e pennelli anche Francesco Bonami, mentre negli Stati Uniti Robert Storr abbina l’attività storico-artistica a quella di raffinato pittore astrattista. L’unico precedente espositivo di Barilli artista risale al 1962, al Circolo di cultura di Bologna. «Mi sono diplomato all’Accademia di Belle Arti nel 1959, ma ho pure preso la laurea in lettere, spiega Barilli. La mia carriera di critico d’arte era cominciata nell’autunno 1956, all’uscita del primo numero del “Verri”, la rivista di Luciano Anceschi alla cui ombra mi sono formato, ma per l’arte devo subito aggiungere anche l’influenza di Francesco Arcangeli. Ho dunque alle spalle quasi sessant’anni di attività, difficile da riassumere in poche battute.
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)