Quando si dice un «cold case»: risolvere un delitto compiuto quasi tre secoli prima non è impresa da poco. Se poi a compierla non è un detective ma uno storico dell’arte in cerca di una buona idea per la tesi di dottorato, la faccenda si fa anche più golosa. Ma curiosa è anche la genesi di questo piccolo libro: David Alan Brown, curatore della sezione di pittura italiana e spagnola alla National Gallery of Art di Washington e studioso di fama del nostro Rinascimento, mentre nel 2011 ordinava la mostra «Venice: Canaletto and his Rivals» fu folgorato dal vedutismo, verso il quale, ammette, aveva nutrito sino ad allora una discreta ritrosia. La conversione fu tanto radicale da indurlo a scrivere un giallo incentrato proprio su un dipinto di Canaletto, da allora il suo prediletto fra i vedutisti veneziani. Intorno al fosco «Bacino di San Marco» del Columbia Museum of Art, in South Carolina, il cui prestito fu negato alla sua mostra dalla curatrice, Brown intesse una vicenda a metà tra il giallo e la storia dell’arte, affidando al protagonista, il giovane Jeremy Allyn, il ruolo del detective.
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(il testo integrale è disponibile nella versione cartacea)