Roma. I dati del X Rapporto Annuale Federculture 2014 sono molto espliciti: presentato il 26 giugno, dà un quadro desolante della situazione italiana, agli ultimi posti in Europa per investimenti nelle attività culturali. La diminuzione dell’impegno dello Stato si può misurare partendo dal 1955: allora destinava al settore lo 0,8% della spesa pubblica ed era in crescita. Nel 2013 è invece sceso allo 0,19%. In cifre, la spesa statale prevista per il 2014 è di appena 1,595 miliardi (nel 2004 erano più di 2 miliardi): una perdita del 27,4% negli ultimi 10 anni. Fino al 2016 lo stanziamento pubblico medio diminuirà ancora fino a 1,525 miliardi, quindi ancora un meno 3,14%. L’investimento dello Stato si è ridotto in tutti i settori della cultura: l’intera spesa del 2013 per la tutela è crollata a 87 milioni. Non solo lo Stato, anche i Comuni tra 2012 e 2013 hanno tagliato le risorse alla cultura dell’11%: meno 400 milioni in pochi anni. Federculture calcola che in 10 anni l’investimento pubblico (Stato ed Enti locali, escluse le Regioni perché i dati non sono disponibili) è diminuito di oltre 1,6 miliardi.
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