Rivedere a Venezia, dopo averla già visitata a Roma (cfr. n. 336, nov. ’13, p. 31), la mostra dedicata a Carlo Saraceni (alle Gallerie dell’Accademia fino al 29 giugno) induce a riflettere. Ci si rende conto infatti che la riuscita di una mostra sta tutta nella regia che ne governa l’allestimento, tra coerente sequenza cronologica ed equilibrio numerico delle opere, adeguati accostamenti, necessari colpi di teatro e qualità della didattica. E quanto abbiamo visto ora alle Gallerie dell’Accademia cancella la sensazione di smarrimento provata nelle sale di Palazzo Venezia a Roma. La tappa veneziana della mostra si avvantaggia certo delle verifiche seguite alla tappa romana, come è dichiarato nel sito del museo veneziano, dove si legge che la mostra ora in corso è «un’edizione rinnovata, in continuità con la recente esposizione romana». Ma mi pare che questa edizione rinnovata nasca piuttosto in discontinuità con la mostra romana e che la macchina espositiva sia stata messa veramente a punto e fili ben oliata in ogni sala.
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