Laurie Simmons è una delle protagoniste della cosiddetta Pictures Generation, quel gruppo informale di autori americani emersi tra fine anni Ottanta e primi anni Novanta (tra i quali si ricordano Richard Prince, Cindy Sherman, James Casebere), caratterizzato da un approccio all’arte mediato dall’immagine preesistente e da una grande attenzione al rapporto tra realtà e finzione della rappresentazione fotografica. Al culmine di una carriera ormai quarantennale, l’artista nata a Long Island nel 1949 approda per la prima volta con una mostra antologica in un museo europeo: è il Neues Museum di Norimberga, in collaborazione con la Collezione Goetz, dalla quale proviene gran parte delle opere, a fregiarsi di questo primato (fino al 22 giugno, a cura di Karsten Lockermann e Angelika Nollert). Il percorso espositivo segue lo sviluppo della ricerca della Simmons, dalle prime immagini costruite con bamboline femminili intente ai lavori domestici più banali, una ricostruzione dell’esistenza media di donne della middle class americana, per giungere alle più note composizioni degli anni Ottanta dove una vena surreale trasforma queste figure in inquietanti apparizioni metamorfiche.
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)