Stra (Venezia). Un’atmosfera sospesa sembra pervadere calli, campielli, piazze e scorci lagunari anche nelle occasioni in cui la folla si accalca lungo le sponde del Canal Grande, nei pressi di Rialto: è la Venezia tardo ottocentesca di Ferdinando Ongania (Venezia, 1842 - St. Moritz, 1911) che da semplice commesso d’una libreria-stamperia in piazza San Marco divenne l’editore d’arte più importante della città.
Introducendo nei suoi lavori l’eliotipia e la fotoincisione Ongania dette vita a grandi imprese editoriali come i 16 volumi dedicati alla Basilica di San Marco (1881-93), quelli aventi come oggetto le vere da pozzo veneziane (1889) o la duplice raccolta Calli e Canali in Venezia e Calli, Canali e isole della laguna (1890-95).
È il nutrito corpus di questi ultimi due lavori (200 tavole in tutto suddivise in 20 fascicoli) a essere protagonista della mostra «Luce su Venezia. Viaggio nella fotografia dell’Ottocento» allestita sino al 2 novembre al