Losanna (Svizzera). Philippe Halsman è uno di quei casi, piuttosto frequenti nella storia delle arti del XX secolo, di autore le cui immagini sono molto note, ma di cui non molti ricordano il nome: chi non ha infatti mai visto almeno uno degli infiniti ritratti che Halsman ha fatto al suo più fedele soggetto, Salvador Dalí, in particolare quelli in cui il pittore surrealista salta assieme a un gatto, a un cavalletto e a un grande spruzzo d’acqua in una delle fotografie forse più celebri e riprodotte della storia? Ma anche il teschio realizzato con corpi femminili nudi, il pittore che fronteggia un rinoceronte, la faccia di Dalí tagliata a metà in verticale per mettere in rilievo solo i baffi, autentico marchio di fabbrica dello spagnolo, celebrati in un libro esclusivamente a loro dedicato nel 1954, sono ben noti: basterebbero queste immagini, raccontate attraverso il percorso creativo che ha portato allo scatto finale, i provini, le diverse versioni, per rendere la mostra che il Musée de l’Elysée dedica al fotografo, nato a Riga nel 1906 e morto a New York nel 1979, un’occasione interessante.
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