Continua fino al 30 marzo, da Carla Sozzani, la mostra «Blumenfeld Studio – New York, 1941-1960», in cui si rilegge la vicenda di Erwin Blumenfed (Berlino 1897-Roma 1969) negli anni americani, da quando lui, ebreo, internato nei campi di lavoro francesi, nel 1941 riuscì a fuggire con la famiglia a New York e in pochissimi anni divenne uno dei più famosi fotografi di moda degli Stati Uniti. Definizione, questa, che gli andava però stretta, sentendosi lui in primo luogo un artista d’avanguardia (in gioventù era stato dadaista) ed essendo un instancabile sperimentatore: nei suoi lavori si servì infatti delle tecniche più sofisticate e spesso rielaborò modelli tratti dalla grande arte.
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