Venezia. «Le sue fotografie mi ricordano le tele di De Chirico. Rappresentano spesso un lungo tunnel con in fondo la luce e un oggetto piuttosto difficile a identificarsi perché si trova in contro-luce». Così Picasso descrive le immagini di Dora Maar, sottolineando l’enigma di una vicenda biografica e artistica che ha sofferto l’ombra schiacciante del grande pittore. Nata a Parigi (1907-97) da madre francese e padre croato, Henriette Theodora Markovitch, questo il vero nome, si iscrive diciannovenne all’Accademia di André Lothe per poi passare all’École de Photographie de la Ville de Paris, ed è già una fotografa quando nel 1936 incontra Picasso. Tra i due nasce una storia d’amore che la segnerà per tutta la vita, portandola quasi alla follia in seguito all’abbandono da parte del pittore. Anche per questo «Dora Maar. Nonostante Picasso», la mostra che dall’8 marzo Palazzo Fortuny dedica all’artista francese, si pone come dovuto omaggio a una figura tutt’altro che trascurabile della storia culturale di quegli anni.
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