«Volevo delle fotografie, scrive Ugo Mulas, che fossero significative del suo atteggiamento, dell’aspetto giocoso della sua opera (...) Dalle foto non doveva trasparire altra intenzione che quella di dichiarare il mio amore per la sua opera e la gioia che mi dava la sua amicizia». Ed è questo che raccontano le trentasei stampe originali di «Ugo Mulas. Circus Calder», la mostra curata da Valerio Dehò e appena inaugurata a Merano Arte. La serie è l’omaggio di Mulas a una delle opere più innovative dell’amico Alexander Calder, il circo in miniatura che l’autore dei mobile comincia a comporre a partire dal 1926, costruendo piccole sculture e pupazzi in filo di ferro, stracci, gomma e altri materiali di recupero, con le quali improvvisava i suoi spettacoli viaggianti. Nelle immagini esposte, realizzate tra il 1963 e il 1964, Mulas riprende le figurine in primo piano (nella foto, un’immagine dalla serie Circus Calder, 1963-64. Fotografie Ugo Mulas), o le scene d’insieme delle fiabe circensi, e lo stesso Calder mentre posa giocando nelle sue case studio di Roxbury e Saché (fino al 18 maggio.
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)