Parigi. «Non c’è uno solo, ci sono diversi Cartier-Bresson. É un personaggio complesso, che ha fatto scelte contraddittorie. Bisogna restituire questa complessità»: è questo l’aspetto su cui insiste di più Clément Chéroux, conservatore per la fotografia al museo d’Arte Moderna del Centre Pompidou, e curatore della mostra «Henri Cartier-Bresson» (fino al 9 giugno), realizzata in collaborazione con la fondazione che il fotografo aprì a Parigi nel 2003.
È la prima grande retrospettiva in Europa dedicata al lavoro del celebre reporter, teorico dell’«istante decisivo» e tra i fondatori, nel 1947, dell’agenzia Magnum, a dieci anni dalla sua morte, a 95 anni, il 3 agosto 2004 a Montjustin, un pittoresco paesino del Sud della Francia. Per ripercorre la sua lunga carriera, è stato scelto un approccio storico e cronologico, con più di 500 documenti in mostra, tra cui circa 350 scatti. Dalle prime prove ...