Torino. «Tra la cerchia dei collezionisti di Mosca avevo un soprannome non molto lusinghiero: “il greco pazzo” che raccoglie spazzatura inutile», raccontava George Costakis. La «spazzatura» divenne, grazie alla perseveranza del collezionista moscovita di origine greca, nato a Mosca nel 1913, forse la più grande raccolta esistente di opere delle avanguardie russe, di cui un nucleo significativo (circa 300 lavori) è esposto a Palazzo Chiablese sino al 15 febbraio. «Avanguardia russa da Malevic a Rodcenko. Capolavori dalla collezione Costakis» è curata da Maria Tsantsanoglou e Angeliki Charistou, direttore e curatore del Museo statale di Arte contemporanea di Salonicco, che dal 2000 accoglie 1.277 opere della collezione originaria; l’altra parte fu donata alla Galleria Tret’jakov di Mosca dallo stesso Costakis nel 1977, prima di lasciare la Russia per trasferirsi in Grecia. La mostra fornisce un’ampia panoramica sulle avanguardie russe, oltreché un interessante spaccato di storia del collezionismo.
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