Napoli. L’inaugurazione della seconda uscita della Stazione Toledo, in piazza Montecalvario, segna definitivamente e con evidenza che la città è schiacciata da una problematica dicotomia, che separa in ogni sua forma l’arte dalla funzione. Da un lato la magnificenza di un’opera pubblica che risplende per la cura e l’intelligenza progettuale dell’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca, per gli artisti scelti da Achille Bonito Oliva, coordinatore artistico di tutta l’operazione «Metropolitana dell’Arte», e per il perfetto incastonamento delle loro opere con il contesto architettonico e culturale su cui insiste la nuova uscita; dall’altro uno sconcerto senza tregua tra i tanti utenti che, pur volendo trovare nell’arte un pretesto di vita, si interrogano sulle motivazioni per le quali la più bella metropolitana d’Europa, costruita nella terza città più grande d’Italia, abbia una frequenza reale tra una corsa e l’altra da rendere competitiva anche una passeggiata turistica. Un servizio o ...
Olga Scotto di Vettimo, edizione online, 19 settembre 2013