Rossana Bossaglia è morta l’8 luglio scorso all’ospedale di Varzi, nel pavese: era nata a Belluno il 14 giugno 1925. Tanti anni fa, ben prima che la malattia ne appannasse la verve e la memoria, aveva raccomandato al «Corriere» di non essere commemorata con un pezzo serioso, o peggio noioso, ma con uno «che faccia sorridere con aneddoti, storielle, tanto la mia vita ne è piena», anche a costo magari di inventarli. Che chiunque abbia conosciuto la nostra signora del Liberty, con la sua singolare miscela di vezzi e di signorilità, di acume e di levità, di garbo e di bonaria ironia, di tenacia e di cultura, ne avrebbe tanti da raccontare: la guidatrice di scattanti macchinette che all’improvviso inchioda l’auto per fotografare un dettaglio architettonico inaspettato; l’importantissimo docente che anticipa la pensione per dedicarsi a recitare in dialetto; la signora sempre pacifica e sorridente che decide però di intentare con successo una causa di diffamazione a Vittorio Sgarbi, che ne aveva pesantemente contestato ...
Fabio Mangone, edizione online, 12 luglio 2013