Clervaux (Lussemburgo). Tra tutte le vicende che appartengono alla fotografia, quella di «The Family of Man» è forse la più straordinaria, e senz’altro quella che dura da più tempo. Il progetto della mostra, in circolazione da quasi sessant’anni e con un pubblico che conta a oggi dieci milioni di persone, nasce nel 1953 in un dopoguerra intriso di buone intenzioni, come del bisogno di allontanare l’orrore del conflitto dagli occhi e dalle coscienze. È in quel momento che Edward Steichen, allora direttore del dipartimento di Fotografia del Museum of Modern Art di New York, concepisce l’idea di un poema collettivo in immagini, per celebrare la pace e riaffermare l’umanità come organismo unico, come matrice condivisa che provi l’appartenenza di tutti gli uomini alla stessa famiglia.
Gli ci vogliono due anni per esaminare gli oltre due milioni di scatti che arrivano al museo su sua richiesta, e per selezionare tra questi le 503 fotografie, realizzate da 273 autori di ...
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