Caro Gaggero,
Detto anche «uovo d’argento», questo edificio dalla forma inequivocabile e in
sé gradevole (copia l’oggetto più semplice e più comune in natura) confligge mostruosamente con il contesto, che è una babele di case, capannoni, palazzetti e palazzoni. L’uovo è posto infatti nel vortice delle convenienze economiche prodotte dal luogo di frontiera. Le convenienze cambiano nel tempo, a vantaggio dell’uno o dell’altro Paese, ma nel complesso alimentano sempre una produzione edilizia che lascia esterrefatti. In questo senso l’uovo segna un punto fermo: è così e resterà così per sempre. Difficile pensare che possa avere in futuro un’estensione. Qualcuno già si lamenta della sua ovvia (sic) limitazione: c’è solo un ascensore e l’hanno messo
al centro. Però un sacco di gente ne è attratta per la sua imbarazzante semplicità estetica e ci va non solo a comprare i calzini, ma soprattutto a vedere «cos’è».
Un saluto. Luccardini
Caro Luccardini,
Dall’uovo di Colombo a Fabergé ...
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