È scomparso a Ovalle, in Cile, all’età di 81 anni, Sergio Larraín, il più grande fotografo cileno del secolo scorso, protagonista per una stagione anche della fotografia mondiale. Negli anni Cinquanta, infatti, il suo lavoro fu apprezzato in Europa e in particolare da Cartier-Bresson, che lo volle tra i fotografi dell’Agenzia Magnum. Larraín visse a Parigi, dove tra l’altro ispirò la figura del
fotografo protagonista del racconto di Julio Cortázar «Las babas del diablo», portato poi
sul grande schermo da Michelangelo Antonioni in «Blow up». Certo, al di là di questo fatto, Larraín non poteva essere più distante dalla figura di fotografo immortalata dal regista italiano: autore riflessivo, personaggio schivo, abbandonò Parigi negli anni Settanta per rientrare in patria e abbracciare le filosofie orientali. Ciò non lo salvò dal divenire protagonista di un altro romanzo, «El fotógrafo de Dios», dello scrittore cileno Marcelo Simonetti che immagina un complotto dietro la scelta dell’isolamento del fotografo.
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