Brescia. Prosegue fino al 24 maggio da PaciArte «Synchronistic Moments», personale di Jerry Uelsmann curata da Gigliola Foschi. Esponente di spicco della fotografia postsurrealista americana, Uelsmann si serve di un procedimento affine al processo onirico della condensazione, individuato da Freud e messo in pratica dai surrealisti, in pittura come negli altri media. A provarlo sono le opere esposte, che dai vintage degli anni Sessanta giungono fino a oggi: immagini in cui i singoli elementi sono riconoscibili ma combinati in modo incongruo, fino a creare una realtà parallela in cui, spiega lui, «tutte le informazioni sono lì, eppure il mistero rimane».
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