Man Ray raccontato da Man Ray: questa è la peculiarità della grande retrospettiva (in mostra oltre 200 opere) dedicata all’artista statunitense (1890-1976) dal Museo d’Arte di Lugano dal 26 marzo al 19 giugno, dove è disponibile un’audioguida con un racconto dell’autore stesso sulla creazione delle opere. Man Ray scrisse infatti una brillante autobiografia in cui ricorda le occasioni in cui nacquero le sue opere più celebri e i motivi, o le figure (molto spesso femminili) che le ispirarono. L’Istituto d’Arte Moderna (Ivam) di Valencia ospita fino al primo maggio altri due artisti del Novecento, Julio González e David Smith, esplorando un momento cruciale per la scultura, espresso dall’opposizione opera d’arte-oggetto d’arte. La relazione tra i due inizia nel 1933: Smith, iniziando a sperimentare le forme in ferro saldato, scopre le opere in ferro create da González, con il quale l’artista americano si sentirà in debito per una sorta di «liberazione tecnica». In mostra i lavori potenti, ma allo stesso tempo permeati da una certa assenza di materialità, di González sono così in dialogo con i leggeri assemblaggi industriali di Smith.
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