Bruxelles. Fino all’8 maggio, al Bozar, la mostra «I maestri veneziani e fiamminghi» illustra, con 65 opere in arrivo dall’Accademia Carrara di Bergamo e dal Museo reale di Belle Arti di Anversa, le dipendenze tra le scuole fiamminga e veneziana tra Quattro e Ottocento. Esclusa una parentesi nel XVI secolo, quando Roma diventa il riferimento artistico, i contatti tra fiamminghi e veneziani restano costanti e di reciproco interesse: dai ritratti di Bellini che influenzano Van Eyck, alle tecniche dei Primitivi fiamminghi da cui muovono i veneziani; dalle esplosioni di colore e luce di Tiziano e Tintoretto, visibili nei dipinti di Patinir, alla riscoperta di Venezia per mano di Rubens, ripreso da Tiepolo.
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