Napoli. Il Museo di Capodimonte ospita dal 15 febbraio al 3 aprile una mostra di Antonio Biasiucci. L’artista racconta di aver imparato da Antonio Neiwiller, uno dei protagonisti dell’avanguardia teatrale napoletana tra gli anni ’70 e ’80, la tecnica di identificarsi in modo totale con l’oggetto. Nel caso delle sue fotografie, sin dai suoi esordi, ormai quasi trent’anni fa, il metodo è stato seguito con la dedizione e la passione rivolta alle cose, agli animali, alle figure umane che avevano costituito il suo universo nell’infanzia in campagna. Protagonista è sempre la luce: radente, indagatrice della superficie delle materie, portatrice di sensi e significati mai scevri di un legame intenso con una percezione che si potrebbe definire religiosa, nel senso letterale del verbo latino redigere, «legare insieme», con la vita e l’esistere. Ecco perché dopo anni di lavoro e intense ricerche, il nuovo lavoro che Biasiucci ha pensato per il Museo di Capodimonte sarà incentrato su una doppia serie d’immagini che si potrebbero ...
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