Trento. Ritratta da Albrecht Dürer in un celebre acquarello del 1495, la chiesa di Sant’Apollinare, vero iconema del paesaggio atesino, riapre al pubblico dopo quattro anni di restauri. Il complesso cantiere, che ha coinvolto tre Soprintendenze dell’amministrazione provinciale (per i Beni archeologici, architettonici e storico-artistici), ha fornito una messe di informazioni, tra cui i lacerti dell’originale decorazione pittorica trecentesca, che attendono ora un esame più analitico, ma che confermano sia l’importanza del luogo nel contesto trentino, sia la scansione temporale delle vicende storiche così come ricostruite per via documentale da Nicolò Rasmo nella sua insuperata monografia del 1966. Le indagini archeologiche, cominciate nel novembre del 2006, hanno evidenziato una sequenza stratigrafica che attesta la presenza di edifici di culto (quasi certamente anche un battistero di datazione ancora incerta) associati alla presenza di tombe, dall’epoca altomedievale fino al XIV secolo, fino cioè alla fondazione ex novo dell’insediamento benedettino.
...
(il testo integrale è disponibile nella versione cartacea)