Colpisce che nel breve torno di pochi mesi, complice il centenario della prima edizione, siano apparse in Italia ben tre traduzioni dell’opera di Julius von Schlosser (1866-1938), uno dei fondatori della scuola di Vienna e membro onorato della comunità scientifica dell’epoca. Il testo tanto apprezzato è la Storia del ritratto in cera, edito a Vienna, appunto, nel 1911. Qui ci interessa discutere nel dettaglio la terza di queste traduzioni, certo la più ambiziosa: quella uscita per i tipi di Officina Libraria e a cura di Andrea Daninos, già mercante di vaglia e oggi uno degli esperti riconosciuti di scultura in cera nel nostro Paese.
Il taglio è quello di un’analisi accurata delle fonti: e da subito si viene a sapere che in realtà lo studio del 1911 altro non è che il frutto di una serie di ricerche che Schlosser aveva approfondito partendo da due suoi interventi sinora rimasti ignoti alla critica. Articoli stesi sull’onda della grande emozione suscitata dal ritrovamento della Flora in cera attribuita a Leonardo da Vinci (ormai da tempo declassata al rango di copia).
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