Chicago. Sol LeWitt scrisse nel 1967, «Nell’arte concettuale l’idea o il concetto è l’aspetto più importante dell’opera. Quando un artista usa una forma d’arte concettuale significa che ogni decisione e pianificazione è stata fatta in precedenza e l’esecuzione è una mera formalità. L’idea diventa l’origine del meccanismo che produce l’opera». In questi anni gli artisti del Movimento Concettuale iniziarono a utilizzare la fotografia come importante strumento espressivo; contribuirono notevolmente in realtà, attorno agli anni ’70, a consacrarne l’inserimento all’interno dell’arte contemporanea mainstream. L’Art Institute di Chicago, dal 13 dicembre all’11 marzo, presenta ora «Light Years: Conceptual Art and Photography, 1964-1977», la prima mostra che esamina l’importante ruolo della fotografia in questo contesto. Il curatore Matt Witkovsky mette in luce il rapporto tra gli artisti nordamericani ed europei; particolare attenzione è data all’Arte povera e a Paolini, Penone, Anselmo, Zorio, Boetti e Prini.
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