Forlì. Gli angeli di Melozzo sono icone proverbiali della umana bellezza. In questo reggono il confronto con le Madonne di Raffaello. E infatti si dice: «bella come una Madonna di Raffaello», «bello come un angelo di Melozzo». Oggi gli angeli musicanti (1472-74) sopravvissuti alla distrutta decorazione absidale della romana chiesa dei Santi Apostoli stanno nei Musei Vaticani e non c’è turista, anche il più distratto fra i milioni ogni anno migranti attraverso le collezioni d’arte del papa, che non li guardi e non ne conservi memoria. La loro è una bellezza metafisica perché sono puri spiriti, perché Melozzo li rappresenta in un azzurrissimo empireo a cantare le lodi dell’Altissimo. Eppure essi sono portatori della stessa Bellezza che, sublimata nel loro caso al livello della perfezione suprema, è presente negli uomini e nelle donne di questo mondo. Capelli biondi gonfi di vento, occhi luminosi, labbra dischiuse, tiepida pelle, giovinezza gloriosa, vita pulsante. Tutto questo sono gli angeli di Melozzo. Il Divino ...
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