Anche importanti musei europei, e non soli i vituperati istituti americani, hanno acquistato con disinvoltura antichità
del tutto decontestualizzate e di provenienza oscura: il caso del Museo Archeologico Nazionale di Madrid che
nel 1999 ha comprato una collezione privata in cui sono stati riconosciuti 22 oggetti scavati illecitamente nel nostro Paese.
Una delle conseguenze della «Grande razzia» di antichità che ha colpito il nostro Paese con particolare virulenza dai primi anni Settanta fino quasi all’altro ieri (almeno un milione di oggetti scavati clandestinamente, immessi nel commercio e spesso venduti all’estero; 10mila inquisiti; decine di migliaia di siti archeologici devastati) è la dispersione nel mondo dei reperti estratti di frodo e rimasti senza radici, ridotti a meri oggetti d’arredamento, diventati «muti», non più in grado di metterci in collegamento con l’antichità che essi stessi incarnavano. Una dispersione inevitabile, perché i modi e i canali del commercio ...
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)