milano. Bisognerà aspettare ancora qualche settimana per conoscere l’esito del «processo Bros». Lo scontro in aula tra il Comune di Milano e il giovane writer, accusato del reato di «imbrattamento», secondo l’articolo 639 del Codice penale, è stato rinviato al 12 luglio. Durante l’udienza del 19 maggio (la seconda dopo quella del 7 aprile), l’avvocato Guido Chiarloni, che assiste nella difesa il titolare del suo studio, Giuseppe Iannaccone, noto collezionista d’arte, non ha richiesto il rito abbreviato, né mosso obiezioni sul fatto che il Comune si sia costituito parte civile per far valere la domanda di risarcimento per i danni subiti (tra cui le spese di ripulitura dei muri, stimate in circa 65mila euro).
Il giudice, dopo aver aperto il dibattimento e ammesso le nuove prove delle parti in causa, ha decretato che gli episodi in questione si riducono soltanto a 2 (in origine erano ben 17): i graffiti che Bros aveva realizzato sulla tettoia della fermata del metrò in piazzale Lodi e quelli sulle mura perimetrali del carcere di San Vittore.
...
(il testo integrale è disponibile nella versione cartacea)