Intervengo sulle due brevi recensioni «De Chirico un po’ più greco» e «La Metafisica “fiorentina” con un anno in meno», nel «Giornale dell’Arte» di dicembre. Prima recensione. Claudio Crescentini è da sempre alleato con Maurizio Calvesi nel cercare di porre un argine alla frana delle teorie esposte nel 1982 nel saggio La Metafisica schiarita. Frana provocata soprattutto dai documenti scoperti, interpretati e pubblicati da Gerd Roos nel 1999. Si tratta di questioni specialistiche e non voglio annoiare i lettori. Non vi è nessuna prova di un passaggio di De Chirico a Firenze durante il viaggio da Atene a Monaco nel settembre 1906, ma nelle mani di Crescentini, tutti i materiale scoperti e resi noti da Roos (1999) vengono rielaborati solo per potervi inserire una fantomatica parentesi fiorentina e riproporre la vecchia teoria calvesiana di un precoce assorbimento «italiano» di Nietzsche da parte di De Chirico. Seconda recensione. La rivista «Metafisica», della Fondazione De Chirico, si è finora distinta soprattutto per i suoi errori.
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)