«Io sono il mio readymade vivente»: in una formula, asciutto compendio di leggerezza e humour, è contenuta la precisa addizione tra biografia e opera di Marcel Duchamp. La vita e le parole dell’«anartista» sono oggetto di due recenti pubblicazioni, l’una volta alla minuziosa ricostruzione della sua, saggiamente inoperosa, esistenza, l’altra alla raccolta di scritti, interviste e saggi ad egli rivolti. Se è esercizio a volte valido, altre volte ozioso, comparare biografia e lavoro di un artista, mai come nel caso di Duchamp la vita ha aderito all’arte, e l’arte ha riverberato e riprodotto la vita. Il volume Marcel Duchamp. Critica biografia mito, raggruppando succintamente date e cronologia in un’appendice finale, offre invece al lettore una cospicua raccolta di testi, accorta selezione tra i rari autografi e la proliferazione di studi all’artista dedicati: affondi, spesso vani, nella voluttà esoterica di Duchamp, che non conosce smentita né avallo. Scrive Stefano Chiodi, curatore del libro: «Dichiarando di voler ...
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)