parigi. Dopo la Tate di Londra e prima del Prado di Madrid, che l’ospiterà dal 22 giugno al 19 settembre, la mostra «Turner e i suoi pittori» passa per il Grand Palais di Parigi dal 24 febbraio al 24 maggio. Attraverso un centinaio di opere, tra dipinti e disegni, del maestro inglese (provenienti da collezioni inglesi e statunitensi pubbliche e private, oltre che dal Louvre e dal Prado), la rassegna illustra la «costruzione» della visione pittorica di Turner (1775-1851), realizzata nel costante dialogo e confronto sia con la pittura dei Maestri antichi sia con quella dei suoi contemporanei, ai quali lo contrapponeva una forte rivalità. Turner, a inizio carriera, a metà degli anni Novanta del Settecento, è un acquarellista di talento che mira a superare l’amico Thomas Girtin. Fin da questi primi anni, Turner si interessa alla tecnica a olio. La sua prima ispirazione proviene dal paesaggista gallese Richard Wilson, della generazione precedente, ma Turner si rivolge soprattutto ai Maestri antichi, con una particolare attenzione a Claude Lorrain.
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