Dal 26 febbraio al 23 maggio Palazzo Reale di Milano ospita la retrospettiva «Gillo Dorfles. L'avanguardia tradita» (cfr. l'articolo sulla mostra). Abbiamo incontrato Gillo Dorfles.
Professor Dorfles, perché dal 1958 agli anni Ottanta non ha più dipinto?
Sono stato per molti anni un «artista clandestino», e così infatti intitolammo la mia mostra del 2001 al Pac, perché allora ero professore di estetica all’Università di Milano. Allora non avevo la possibilità di dedicare il mio tempo esclusivamente alla pittura, come mi sarebbe piaciuto, e inoltre non volevo che si parlasse di me come di un artista prestato all'insegnamento universitario o all’opposto come di un «pittore della domenica». Niente di più sgradevole che essere considerato come una persona che per divertimento, invece di giocare alle bocce, dipinge. Ho ripreso quando ho smesso di insegnare e ho potuto dedicarmi quasi totalmente alla pittura, pur continuando naturalmente a scrivere.
Pensa che l’esperienza del Mac abbia rappresentato ...
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)