conegliano (tv). Non solo il pittore delle più belle pale d’altare della fine del Quattrocento, anche l’autore di tavole devozionali, a cui affidare le più audaci invenzioni stilistiche e, ancora, il profano cantore di miti umanistici: sono questi i tre aspetti di Cima da Conegliano (1459/60-1517/18) messi in rilievo, attraverso una quarantina di opere, nella grande mostra in programma dal 26 febbraio al 2 giugno a Conegliano, luogo natale dell’artista, in Palazzo Sarcinelli, totalmente rinnovato per essere all’altezza della situazione. Prestiti eccezionali dalla National Gallery di Londra (quattro opere, tra cui il «San Girolamo nel deserto») a quella di Washington (due, compresa «La Sacra Conversazione»); dal Puskin di Mosca proviene la «Deposizione», dall’Ermitage di San Pietroburgo l’«Annunciazione»; dalla Galleria Nazionale di Parma «La Madonna con il Bambino e i santi Michele arcangelo e Andrea». Fondamentale per la produzione profana è la ricostruzione del cassone con «Le storie di Teseo» («Teseo alla corte ...
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