roma. Il 2010 è un anniversario importante per il Parco dell’Appia Antica. 45 anni fa Antonio Cederna ottenne, dopo anni di battaglie, il «vincolo integrale» sull’area. Ma nel Parco regna ancora l’abusivismo. «Purtroppo si continua a costruire mentre restano in piedi vecchi e nuovi edifici che vanno abbattuti»: Rita Paris, archeologa responsabile per l’Appia Antica, è un fiume in piena: «Abusi e condoni illegali vanno al di là di ogni immaginazione. Tutto denunciato dalla Soprintendenza da oltre 10 anni. È paradossale ma si può dire che il vero piano regolatore dell’Appia l’ha fatto l’abusivismo». Migliaia di richieste di condono bloccano le ordinanze di demolizione. I tempi per attivare le ruspe sono eterni, gli abusi sempre più veloci. Un capitolo nero, una vicenda perversa, è quella delle richieste di condono, un fenomeno grave iniziato nel 1998. L’Uce, Ufficio condoni edilizi, ha 350 dipendenti. Dovrebbe dare il parere sulle migliaia di domande di sanatoria, senza il quale le ruspe di Comune e Regione non possono demolire.
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