l’aquila. Più del 70 per cento dei beni storico artistici, delle chiese e monumenti del centro storico dell’Aquila «sono senza protezione, aggrediti dalla neve e dalla pioggia, destinati a un degrado irreparabile». L’allarme è di Alessandra Mottola Molfino, presidente di Italia Nostra. A dieci mesi dal terremoto «la vera ricostruzione della città non è ancora cominciata». L’inverno sta distruggendo quello che è rimasto tra le macerie mai rimosse delle chiese il cui tetto è crollato e che non hanno ancora una copertura. Cadono a pezzi e si sbriciolano stucchi, decorazioni, portali, altari, confessionali. Il degrado investe la stragrande maggioranza delle chiese aquilane, compresa l’importante Santa Maria Paganica. Eccezioni: Santa Maria di Collemaggio e Anime Sante, «coperte» da strutture provvisorie. D’altra parte, della famosa «lista nozze», 45 adozioni di palazzi e chiese promesse durante il G8 dai grandi della terra, soltanto dieci sono state davvero finanziate (cfr. n. 293, dic.
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