A più di un anno di distanza da quando Sotheby’s ha cominciato a segnalare nei cataloghi d’asta le cosiddette «irrevocable bids», alcuni sono ancora incerti su che cosa esso significhi. Queste «ib» sono un rivolgimento della garanzia «diretta», i contratti, che ora le case d’asta non stipulano più, con un minimo garantito al venditore, qualsiasi esito l’opera in vendita abbia all’asta. Nel peggiore dei casi, se l’opera rimane invenduta la società di vendita ne sarà proprietaria. Nel migliore (quello in cui l’opera viene venduta al di sopra della cifra garantita) casa d’aste e venditore normalmente si dividono il surplus. Le «irrevocable bids» vennero ideate da Sotheby’s circa 15 anni fa come un mezzo per trasferire la propria esposizione a una terza parte. Christie’s ha iniziato a praticare accordi simili negli ultimi cinque anni. Dal 2008 Sotheby’s identifica nei cataloghi quali lotti siano garantiti dalla casa d’aste (con un piccolo cerchio) e quali siano invece garantiti da anonimi terzi (un cerchio più un ferro di cavallo).
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