Marchelli molteplice e trasecolato

Al Museo Archeologico di Acqui Terme 12 stalli di un coro ligneo contengono altoparlanti che riproducono uno strumento musicale. Intanto prosegue la personale alla Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce

«Unico fiore» (2023), di Mirco Marchelli. Foto: Enrico Minasso
Monica Trigona |  | Acqui Terme (Al)

Mirco Marchelli (Novi Ligure, 1963) è un artista visivo ma anche un compositore. Negli anni ha sviluppato una ricerca complessa che trae origine dall’osservazione di oggetti quotidiani. Nel suo lavoro suggestioni musicali, letterarie e cinematografiche trovano posto attraverso l’uso di un frasario artistico articolato che manifesta la capacità di percepire le cose su più livelli.

Mentre è in corso fino al 2 luglio una sua personale alla Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce, dal 17 giugno al 30 luglio il Museo Archeologico di Acqui Terme gli dedica la personale dal titolo sibillino «Lieti Motivi», che si inserisce nel Progetto «Tra-Secolare-attraverso i secoli con un po’ di stupore», ideato e organizzato dall’Associazione Amici dei Musei Acquesi. I «motivi» si riferiscono ai molteplici lessici creativi, immagini, parole e musiche, a cui l’autore offre convivenza all’interno del suo allestimento.

«La proposta degli Amici dei Musei Acquesi mi ha permesso di sperimentare ancora il confronto coi grandi capolavori del passato nei contesti museali; un rimando alla tradizione e alla contemporaneità, una proiezione indietro per andare avanti. Il mio obiettivo è sempre quello dell’equilibrio: tutti gli elementi partecipano coralmente a comporre “Lieti Motivi”», spiega Marchelli.

Gli spazi museali diventano quindi luogo di dialogo tra testimonianze di un tempo e opere pittoriche e tridimensionali contemporanee realizzate con materiali disparati, dal gesso alla terracotta, dalla ceramica alla carta e al cemento, che evocano una tendenza a metà tra le ricerche più attuali e la romanità.

Nella sala detta della Fonte Bollente, dove spicca una struttura circolare risalente al II-I secolo a.C., è posto un coro ligneo settecentesco con 12 stalli che contengono altrettanti altoparlanti: ognuno di questi riproduce la registrazione di un singolo strumento di una formazione costituita da 2 violini, 4 viole, 4 violoncelli e 2 contrabbassi. L’insieme dei suoni dà vita al brano musicale «Lieti Motivi». Infine i componimenti letterari barocchi scritti dall’artista e musicati da Antonio Marangolo fanno da commento al filmato realizzato dal regista Erik Negro.

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