Monika Sosnowska porta Varsavia allo Zentrum Paul Klee

18 opere di grande formato, 50 modelli preparatori e una selezione di fotografie dell’Europa dell’Est nella personale dedicata all’artista polacca

Monika Sosnowska al Kunstraum Dornbirn nel 2022, Foto Darko Todorovic © Monika Sosnowska
Elena Franzoia |  | Berna

È organizzata dal 3 giugno al 10 settembre nello Zentrum Paul Klee e curata da Martin Waldmeier, assistito da Kai Inga Dost, la personale di Monika Sosnowska (Ryki, 1972) che approfondisce il modus operandi dell’artista polacca presentando accanto a 18 opere di grande formato realizzate nell’ultimo decennio (di cui una creata appositamente per la mostra bernese) 50 fragili modelli preparatori, documentati per la prima volta in maniera sistematica e protagonisti del volume Monika Sosnowska. Models (a cura di Martin Waldmeier e Nina Zimmer, Verlag für moderne Kunst, Vienna 2023).

La mostra include anche una selezione di fotografie tratte dall’archivio personale dell’artista dell’Europa dell’Est, che ne testimoniano il profondo legame con il contesto urbano di Varsavia, città in cui vive e di cui segnala la continua trasformazione, dettata dal mercato immobiliare, con oblio del Movimento moderno e saturazione dei vuoti lasciati dalla seconda guerra mondiale. Dai primi anni 2000, infatti, Sosnowska si concentra su sculture che riempiono l’intero spazio, fino a raggiungere la scala architettonica grazie a installazioni in acciaio, cemento e altri materiali da costruzione che interagiscono direttamente con l’ambiente urbano.

«Nostra ambizione allo Zentrum Paul Klee, commenta Waldmeier, non è solo documentare ed esporre il lavoro di artisti della prima metà del XX secolo come Klee, ma anche indagare le molteplici eredità del Movimento moderno su scala globale, così persistenti da continuare a influire sulle pratiche artistiche e progettuali di oggi. Avendo vissuto in prima persona la caduta del comunismo, Sosnowska ha sviluppato il suo lavoro tra le “rovine” di un sistema fallito. Ci mette di fronte all’erosione delle fondamenta, all’ordine che cede il passo all’anarchia e al progresso che crolla sotto il peso delle sue stesse promesse, con qualità poetiche e critiche quanto mai attuali nell’atmosfera di instabilità e incertezza che pervade il mondo contemporaneo». L’allestimento, realizzato in stretta collaborazione con l’artista, inserisce le opere in spazi labirintici e distopici, secondo percorsi irregolari e tortuosi che disorientano e intensificano la percezione sensoriale e le analogie del pensiero.

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