Da Turicum allo Zürich Art Weekend

Cultura, arte e creatività nel nuovo volto della città svizzera pronta ad accogliere il mondo dell’arte contemporanea dal 9 all’11 giugno

«Anne-Sophie» di Alex Hanimann davanti al 25hours Hotel a Zürich-West Courtesy Zürich Tourismus
Jenny Dogliani |

Capoluogo dell’omonimo cantone, vincitrice per sette volte consecutive del titolo di città con la miglior qualità della vita al mondo (Mercer), Zurigo, 440mila abitanti, è la più grande e popolosa metropoli della Svizzera. Intorno a 5.000 anni fa i primi insediamenti umani, fu colonizzata dai celti verso il 500 a.C. e dai romani nel 43 a.C., quando divenne il centro doganale verso la Raetia, provincia dell’Impero. A questa epoca risalgono il nome Turicum e la fortificazione di Lindenhof, in pieno centro, attorno alla quale si è sviluppata l’intera città: oggi il Lindenhof è una piazza-cortile livellato con 52 alberi di tiglio, i resti della fortificazione romana e dei palazzi-castelli sono tuttora visibili, integrati nelle «Archeological Windows» della città, delle finestre attraverso cui ammirare ciò che resta della città romana e medievale. Nel corso della sua millenaria storia, Zurigo è stata attraversata da personaggi come Carlo Magno, Ludovico il Germanico e Napoleone, è confluita nella Confederazione Elvetica nel 1351 ed è stata tra i centri della riforma protestante nel XVI secolo. Oggi è il motore economico dell’intera Svizzera, è una delle principali piazze finanziarie d’Europa e ha un importante comparto industriale attivo anche nell’ambito di settori innovativi, come la Life Science, e di nicchia, come la componentistica per auto e aeronautica, senza dimenticare l’economia creativa.

Zürich-West con la Prime Tower sullo sfondo in una foto di Adrian Bretscher, Courtesy  Zürich Tourismus © Zürich Tourism / Adrian Bretscher
Se la immaginate come una moderna città dall’architettura razionalista, fredda e seriosa, popolata da grigi uomini d’affari e banchieri in giacca e cravatta, siete però molto lontani dalla realtà. Negli ultimi anni Zurigo è diventata un centro culturale internazionale, animato da una scena artistica vivacissima e di riferimento sia per la produzione di mostre sia per il mercato sia, più in generale, per la creatività contemporanea. Tra i simboli di questa nuova identità vi è il quartiere Zürich-West, dove un tempo sorgevano fabbriche di navi e motori (oggi trasferite in un’altra area). Tra le 36 arcate del viadotto ferroviario si susseguono le variopinte vetrine di show rooms, negozi di design e varie boutique. A dominare il vecchio quartiere operaio è la Prime Tower, secondo grattacielo più alto della Svizzera: due sfaccettati rettangoli in vetro verde di 126 metri per 36 lussuosissimi piani da cui si gode di una straordinaria vista su lago, montagne e città.

Zurigo misura 88 chilometri quadrati di superficie ed è disseminata di arte: non solo musei e gallerie, ma anche 1.300 opere pubbliche di alcuni dei più rappresentativi esponenti dell’arte contemporanea e moderna, svizzera e internazionale. «Heureka», prima «macchina a vuoto» e prima opera pubblica di Jean Tinguely, realizzata nel 1964 per l’Expo di Losanna, è una scultura cinetica in ferro, acciaio e metallo tuttora funzionante sulle rive del Lago di Zurigo: una metafora della frenesia del mondo consumistico e capitalistico. Nella Bahnhofstrasse, la centralissima via dello shopping disseminata di negozi di lusso (Rolex fra tutti), si trova la granitica «Pavillon-Skulptur» del 1938 di Max Bill: 63 parallelepipedi alti oltre due metri a memoria del fondamentale contributo svizzero alle avanguardie moderne che ha ispirato artisti come Klee e Kandinsky. C’è un’enorme e coloratissima «Nana» di Niki de Saint Phalle, 1,2 tonnellate a undici metri di altezza nella Stazione centrale, e poi Carsten Höller, Sislej Xhafa, Fischli/Weiss, Alex Hannimann e molti altri ancora. Un cenno a parte va a Harald Naegeli (1939), il leggendario «sprayer di Zurigo» che negli anni Settanta tempestò furtivamente di figure eteree e stilizzate i muri della città in espansione: all’epoca fu arrestato per sei mesi, oggi è conosciuto in tutto il mondo e nel 2020 ha vinto il premio all’arte della città di Zurigo, un bel riscatto.
«Heureka» (1964) di Jean Tinguely, sulle sponde del Lago di Zurigo Courtesy Zürich Tourismus © Zürich Tourism
Ma la città del Grossmünster, l’antico duomo edificato tra il 1100 e 1260, non ha nulla da invidiare ai grandi centri internazionali neanche dal punto di vista istituzionale. Tra i tanti e importanti musei cittadini vi è il Museo Nazionale di Zurigo, con oggetti d’uso, sculture e dipinti dalla Preistoria a oggi e una mostra permanente dedicata alla città. Il celebre architetto svizzero-francese Le Corbusier ha scelto le idilliache sponde del lago cittadino per la sua ultima creazione: un edificio in vetro e cemento parzialmente colorato dove arte, natura e architettura si fondono in un unico luogo. Al suo interno mostre temporanee del Museum für Gestaltung - Ausstellungsstrasse, il museo di arti figurative che sorge a pochi passi dalla Stazione centrale e che costituisce un magnifico esempio di architettura Neues Bauen insieme al Museo Haus Konstruktiv, dedicato invece all’arte costruttivista-concreto concettuale.

All’arte contemporanea guardano il Museo Migros e la Kunsthalle, entrambi a Zürich-West, e la Shedhalle ricavata nella Rote Fabrik, ex fabbrica nel quartiere Wollishofen. Nel cuore del centro storico il Musée Visionnaire ospita una tra le collezioni più significative al mondo di Art brut e Outsider art, mentre la Kunst(Zeug)Haus, in un ex arsenale a Rapperswil, cittadina sulla sponda a sud del Lago di Zurigo, è il posto dove scoprire le ultime tendenze della creatività svizzera. Grande attenzione è riservata anche alla fotografia, con la Photobastei e soprattutto con il Fotomuseum di Winterthur, noto come la mecca svizzera della fotografia. Nello stesso Comune in prossimità di Zurigo da segnalare il Kunst Museum Winterthur, colossale istituzione che riunisce l’ex Kunstmuseum, l’ex Museo Oskar Reinhart e Villa Flora con la collezione Arthur & Hedy Hahnloser-Bühler.

Visita guidata con Stefan Kreysler durante lo scorso Zürich Art Weekend (ZAN) alla Zürich University of the Arts (ZHdK), 2022 © Courtesy Zürich Art weekend Foto Urs Westermann.
Ma lo scettro va senz’altro alla Kunsthaus Zürich, mastodontico museo articolato in due strutture: l’edificio Moser e l’ampliamento firmato da David Chipperfield nel 2021. Conserva la più importante collezione d’arte del Paese, con opere che vanno dal XIII secolo a oggi, il più consistente nucleo di Munch fuori dalla Norvegia, star nazionali come Giacometti e Fischli/Weiss e opere capitali da Picasso a Van Gogh, Rothko e Beuys, solo per citarne alcuni. Fino al 2 luglio è visitabile la grande mostra «Giacometti-Dalì. Giardini onirici», prima in assoluto dedicata alla collaborazione tra i due artisti in ambito architettonico e paesaggistico sotto il segno del Surrealismo. Non stupisce dunque che la Kunsthaus abbia fatto da centro gravitazionale per le più note gallerie d’arte, colossi internazionali nel mercato del contemporaneo come Hauser&Wirth, che nella Rämistrasse ha aperto due filiali, Presenhuber e Lévy-Gorvy with Rumbler, solo per citarne alcune.  

Le Corbusier Pavillon a Zurigo
La qualità e quantità delle gallerie zurighesi di arte contemporanea non ha nulla da invidiare alle piazze europee più famose. Una cinquantina quelle affiliate all’Associazione Die Zürcher Galerien, tra queste Blue Velvet Projects, Galerie Tschudi, Galerie Urs Meile, Galerie Ziegler. Sono tassello fondamentale dello Zurich Art Weekend, l’evento che per tre giorni fa di Zurigo the place to be per l’intero mondo dell’arte: mostre, performance, premi, conferenze, visite guidate con artisti, curatori e direttori, tour tematici e tantissimi appuntamenti per scoprire tutti gli attori pubblici e privati attivi nel territorio. Si svolge sempre la settimana prima di Art Basel, ed è ormai un’immancabile tappa di passaggio per artisti, collezionisti, addetti ai lavori, appassionati e curiosi.

«La vache spectrale» di Salvador Dalí © CNAC/MNAM Dist. RMN Grand Palais / Jean-Claude Planchet © The Fundació Gala-Salvador Dalí
La VI edizione è dal 9 all’11 giugno, diretta da Charlotte von Stotzingen, profonda conoscitrice della scena e delle tendenze zurighesi. Musei, gallerie e associazioni non profit aprono le proprie porte al meglio dell’arte locale e internazionale: 73 location, 80 mostre 120 artisti invitati e 130 eventi. Tra i progetti speciali «Performing Kyiv. Come misurare la pace?», a cura di Eugenio Bereznitsky e Maria Vtorushina, si interroga sul ruolo della cultura in guerra attraverso spettacoli di artisti ucraini e internazionali allo Schauspielhaus di Zurigo e al Cabaret Voltaire. «Art+Tech», comprende invece una serie di eventi in cui artisti e ricercatori riflettano sul rapporto e le reciproche influenze tra arte e tecnologia, due linguaggi i cui confini sono sempre meno marcati.

Performance of  «Outremonde - Dream Hunters» di Théo Mercier al Luma Westbau, Zurigo, 2022 © Courtesy: ZURICH ART WEEKEND Foto Armin Rasokat
Tra le tante importanti mostre quelle di Cindy Sherman e Roni Horn e «The God that Failed», con Louise Bourgeois, Barnett Newman, Mark Rothko da Hauser and Wirth; John Baldessari e Magnus Plessen alla Mai 36 Galerie; Małgorzata Mirga-Tas e Sylvie Fleury alla Karma. Da segnalare, infine, 15 spazi off, vetrine per l’arte emergente e meno conosciuta di Zurigo con giovani talenti come Virginie Sistek, Nelly Riverlou, Sarah Ancelle Schönfeld, Leila Peacock, Gil Pellaton, Miranda Moss, Maya Minder, Helen Pritchard, Daniel Gustafson, Eric Snodgrass, Monica Ursina Jäger e David Schutter.

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