Dentro l’Afghanistan, impenetrabile luogo di enigmi

L’inviato Rai Duilio Gianmaria percorre deserti, valli e vette montuose a bordo di una jeep, guardando costantemente alla cultura e al patrimonio del Paese asiatico

Una delle figure in oro del tesoro di Tillia Tepe
Alessandro Martini |

Come raccontare un luogo «dove ogni cosa convive con il suo contrario», per molti versi mitico e oggi precluso alla visita, a tratti impenetrabile e forse mai davvero compreso? Opera di Duilio Giammaria (Bari, 1960), giornalista, documentarista, scrittore e inviato speciale della Rai (in Afghanistan, Iraq, Libia e nelle Repubbliche ex sovietiche), La magnifica porta è un volume imperdibile per chi si interessi a uno dei luoghi più complessi, citati e oggi invisibili al mondo.

È «il Paese degli enigmi», come suggerisce Giammaria nel capitolo introduttivo in cui scrive: «Un libro sull’Afghanistan è un libro sul mondo. Dall’antichità ai giorni nostri, la storia di questa terra lontana dall’Europa e dal mare s’intreccia con la Storia: da Alessandro Magno all’Armata Rossa, da al-Quaeda all’invasione americana, periodicamente l’inaccessibile Afghanistan ritorna al centro delle vicende dell’umanità».

Giammaria non solo percorre deserti, valli e vette montuose a bordo di una jeep, ma guarda costantemente alla cultura e al patrimonio del Paese, si addentra nella biblioteca della Delegazione archeologica francese (tra «gli scritti di avventurieri come Charles Masson, di archeologi e orientalisti come Arthur Stein, Giuseppe Tucci e più di recente Philippe Marquis, dell’architetto Andrea Bruno e di antropologi come Louis Dupree e Paolo Graziosi»), cammina ai piedi dei Buddha di Bamiyan e visita l’ultimo regnante della Valle dello Swat nella sua residenza di esiliato, «una villetta degli anni Settanta nel quartiere delle ambasciate» di Islamabad.

Tra l’imperatore Babur, Alessandro Magno e Gengis Khan, oltre le vie della seta e i campi di papavero da oppio, c’è spazio per molta archeologia, ricchezza di un Paese che offre continue scoperte, anche recenti, e il cui patrimonio è vittima dei traffici illeciti su scala internazionale. Imperdibile, tra le altre, è la vicenda del tesoro di Tillia Tepe (la Collina d’Oro), scoperto nel 1978, prima dell’invasione russa, dalla missione dell’Accademia delle Scienze di Mosca.

Partecipe e informato da fonti dirette ed esclusive, è il racconto di come il tesoro, conservato nel Museo di Kabul, si è salvato grazie all’ingegno e al coraggio dei suoi guardiani durante la guerra civile. Nascosto dal 1992 nella cassaforte del Palazzo Reale, è ricomparso solo nel 2003.

La magnifica porta. Un paese chiamato Afghanistan
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di Duilio Giammaria, pp. 300, Marsilio, Venezia 2022, € 19

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