Folla di curiosi all’Expo Chicago

Sebbene il pubblico sia stato numeroso, alla fiera pare manchino i collezionisti e le grandi gallerie per potersi misurare con le kermesse di un certo peso

Expo Chicago 2023. Cortesia di EXPO CHICAGO. Foto di Kyle Flubacker
Maurita Cardone |  | Chicago

Expo Chicago, la più grande fiera d’arte del Midwest degli Stati Uniti è nata nel 2012 dalla defunta Art Chicago, che era stata la prima in Nord America. L’edizione del decennale, ritardata dalla pandemia, si è tenuta dal 13 al 16 aprile nei consueti spazi del Navy Pier dove hanno trovato spazio oltre 170 gallerie, il numero più alto nella storia della fiera (una trentina in più rispetto al 2022).

Di queste, circa il 70 per cento arrivava dagli USA, mentre le altre da altri 30 paesi del mondo. Con un pubblico di circa 30mila visitatori l’anno, di cui circa un 40% proveniente da fuori città, la fiera si conferma un appuntamento importante per il mercato dell’arte americano. Le vendite si sono concentrate soprattutto nella giornata di apertura, quando la newyorchese Kasmin ha piazzato un bronzo di Max Ernst per 225mila dollari e la losangelina Kohn Gallery ha concluso vendite per oltre 450mila dollari, incluso un dipinto di Ilana Savdie acquistato per 110mila dollari.

Altre gallerie americane hanno venduto bene: Jupiter Contemporary, con sede a Miami Beach, ha venduto due opere della giovane cinese Yirui Jia per 25mila dollari ciascuna e Half Gallery di New York ha esaurito il suo stand di opere della coreana Yoora Lee, con prezzi che vanno da 5.500 a 24milla dollari. In generale però le cifre di questa fiera sono decisamente inferiori a quelle delle altre grandi fiere americane, il che si riflette in una partecipazione ridotta dei grandi nomi, ma anche in un evento in cui c’è tanto da scoprire e caratterizzato da una forte presenza istituzionale e di musei americani.

Proprio a questi ultimi è rivolto il Northern Trust Purchase Prize con cui il principale sponsor della fiera premia tre istituzioni coprendo i costi di acquisizione di un lavoro a loro scelta tra quelli esposti nella sezione «Exposure», riservata a gallerie con non più di 10 anni di vita. Curata da Aimé Iglesias Lukin, direttrice e curatrice capo delle arti visive presso l'Americas Society di New York, Exposure vede quest’anno la partecipazione di ben 41 gallerie.

Il premio è andato al Seattle Art Museum che ha acquisito «Phahamong III» di Mohau Modisakeng dalla sudafricana Martin Art Projects, al Museum of Fine Arts di St. Petersburg che aggiunge alla sua collezione «Ahua Can» di Claudia Peña Salinas, della galleria Embajada di San Juan, e al Saint Louis Art Museum che ha scelto «Irawo II» di Wole Lagunju, portato in fiera dalla newyorchese Montague Contemporary.

Sono cinque le gallerie italiane in fiera: Luce Gallery (Torino), Galerie Rolando Anselmi (Berlino, Roma), M77 (Milano), Dep Art Gallery (Milano)e Eduardo Secci (Firenze, Milano). Distanziandosi dalle tendenze del momento che dominavano i booth americani, M77 ha scelto artisti storicizzati portando in fieri lavori di Grazia Varisco e Maria Lai.

Su queste due artiste la galleria sta lavorando proprio per aumentarne la riconoscibilità all’estero, ma ad Expo Chicago la media dei prezzi è piuttosto bassa rispetto alle loro quotazioni, ci ha spiegato la direttrice, Chiara Principe. All’interno della sezione «Profile», dedicata a presentazioni monografiche, Dep Art, alla sua seconda partecipazione, ha portato una selezione di opere di Alberto Biasi dagli anni ‘60 al 2015.

«Qui negli USA conoscono un po’ il Gruppo N, ma non molto Biasi. Tuttavia, c’è stato parecchio interesse», sottolinea Ludovica Pellecchi. «Il pubblico però in parte è deludente. Si vede che la fiera si impegna tanto per coinvolgere la città ma il risultato è che molti sono qui solo per curiosare». Reazione simile da Luce Gallery dove, nonostante le buone vendite, la sensazione è che i maggiori afflussi di pubblico rispetto all’anno scorso siano da attribuire soprattutto ai turisti e non alla presenza di collezionisti.

La città, d’altra parte, in un atipico clima estivo, ha accolto i visitatori con decine di eventi tra musei, gallerie, università e fondazioni e cercando il coinvolgimento della ricca comunità di artisti locali.

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