Giulierini: «Vi lascio un Mann come non l’avete mai visto»

Con l’autonomia e con la guida di Paolo Giulierini, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è in continua evoluzione: nuove sale, riallestimenti, mostre e restauri hanno rilanciato una delle più straordinarie collezioni del mondo

Una veduta dell’allestimento della sezione Campania Romana con l’augusteum di Ercolano. Foto Valentina Cosentino Una veduta dell’allestimento della sezione Campania Romana con la quadriga di Ercolano. Foto Valentina Cosentino Una veduta dell’allestimento della sezione Campania Romana. Foto Valentina Cosentino
Olga Scotto di Vettimo |  | Napoli

Il 3 aprile è stata inaugurata al piano terra dell’ala occidentale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) la Campania Romana, nuova sezione con oltre 200 reperti provenienti dai principali centri della Campania antica, che ricostruisce i contesti i cui si svolgeva la vita pubblica durante la prima età imperiale.

«La restituzione al pubblico di sale chiuse da cinquant’anni segna una svolta storica nella vita del Museo, lunga più di due secoli. Per realizzare la nuova sezione sono stati impiegati 7 milioni di euro dei 50 impiegati dall’avvento dell’autonomia gestionale per costruire un Mann, possiamo dire “mai visto”. Basti pensare alle splendide sale decorate da artisti come Giuseppe Abbate e Fausto Niccolini, per anni ridotte a depositi di materiali, che ora accolgono statuaria e affreschi dagli edifici pubblici della Campania, e la straordinaria “ricostruzione” della Quadriga di Ercolano, con supporto multimediale», ha dichiarato il direttore del museo Paolo Giulierini. Presenti all’inaugurazione anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il direttore generale dei Musei Massimo Osanna e la curatrice della nuova sezione Carmela Capaldi dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Apertura di nuovi spazi, riallestimenti e restauri (tra tutti, quello ancora in corso del mosaico pompeiano di Alessandro e Dario) sono alcune delle attività della storia recente del Mann connessa al conferimento dell’autonomia gestionale nel 2015 e alla visione prospettica della direzione di Giulierini, il cui mandato, in scadenza a settembre, è stato improntato a un radicale ripensamento del museo e della sua missione.
Una veduta dell’allestimento della sezione Campania Romana con il corridoio di Pozzuoli e Pompei. Foto Valentina Cosentino
Divenuto sempre più accessibile, inclusivo e sensibile alle sollecitazioni dei diversi pubblici, il Mann, che custodisce collezioni straordinarie (dai materiali di Ercolano e Pompei a quelli della collezione Farnese), ambisce a proporsi anche come distretto culturale cittadino oltre che confermarsi museo internazionale, integrando l’offerta espositiva con mostre non esclusivamente di settore o per addetti ai lavori e operando una politica di prestiti talora non esente da polemiche, come quella recente riferita ai due celebri Corridori di Ercolano apparsi nella sede della sfilata di un rinomato marchio della moda.

Fatto sta che in questi ultimi sette anni il museo ha subito una radicale trasformazione: dai lavori di consolidamento strutturale e riallestimento del Braccio Nuovo (laboratori di restauro, servizi educativi, auditorium) all’apertura della caffetteria (prossimamente anche di un ristorante), alla fruizione di sezioni chiuse da decenni, come la sezione Egizia (2016), quella Epigrafica (2017) e la sezione Magna Grecia (2019), cui hanno fatto seguito nel 2020 il nuovo allestimento dei 3mila reperti della sezione Preistoria e Protostoria (che era chiusa da vent’anni) e nel 2021 la sezione Piana Campana con 800 oggetti, molti dei quali provenienti dai depositi.

Recente, inoltre, è il recupero del terzo giardino storico, il Giardino della Vanella, dopo gli interventi conclusi nel 2016 sul Giardino delle Camelie e sul Giardino delle Fontane, mentre sono giunti al termine i lavori di riqualificazione dell’area verde all’esterno del museo grazie al contributo di 50mila euro della compagnia aerea Volotea.

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