Italiane ad Hong Kong

Tra le gallerie presenti ad Art Basel anche sei provenienti dal nostro Paese che, scommettendo sulla ripresa della grande fiera asiatica, hanno portato a casa ottimi risultati

Lo stand di Mazzoleni ad Art Basel Hong Kong 2023 © Kojima Yosuke. Cortesia di Mazzoleni
Elisa Carollo |

I 180 espositori di Art Basel Hong Kong, a cui si aggiungono le 70 ulteriori gallerie della parallela Art Central, entrambe al Convention & Exhibition center, hanno espresso pressoché all’unisono soddisfazione per questa edizione. Già nei primi due giorni di VIP preview sono stati diversi gli stand sold out in entrambe le fiere, con vendite nelle diverse fasce.

Il ritorno di Hong Kong è andato bene anche per le gallerie italiane: Cardi commentava al terzo giorno di essere all’ennesimo riallestimento dello stand, date le numerose vendite che vanno dall’«Operaio» di De Chirico da 1,5 milioni di dollari alle due opere di David Salle, 250mila e 180mila euro, a cui si aggiungono due pezzi di Mimmo Paladino: un’opera scultorea da 40mila dollari e un’imponente tecnica mista su legno da 290mila dollari.

Conferma l’interesse asiatico per il post war italiano anche Mazzoleni, che oltre a una selezione di nomi come Bonalumi e Salvo ha presentato con successo, nella sezione curata «Kabinett», una selezione di opere degli anni Cinquanta e Sessanta di Hans Hartung, da 70mila euro per le opere su carta fino a 550mila euro i dipinti.

«I riscontri per questa edizione appena conclusa, sono estremamente positivi» è il commento che giunge dalla galleria torinese. «Vendite concluse con nomi come Carla Accardi, Salvo e Agostino Bonalumi. Grande interesse per Hans Hartung, maestro dell’Arte Informale e protagonista della nostra presentazione all’interno del programma “Kabinett”. Siamo entusiasti di questa nuova edizione che ci ha permesso di ritrovare a Hong Kong collezionisti e appassionati d’arte della Mainland China e del resto dell’Asia».

Cresce appunto l’attenzione per un’importante artista donna, Carla Accardi, venduta sia da Mazzoleni (prezzi tra 70mila e 200mila euro) che da MASSIMODECARLO. Claudia Albertini, direttrice della sede di Hong Kong ha dichiarato: «Hong Kong è piena di energia e noi siamo entusiasti di questa edizione di Art Basel. Abbiamo presentato una selezione curata di importanti artisti cinesi e internazionali, oltre a una sezione “Italian focus”, riscontrando un grande interesse per le opere di Yan Pei-Ming e per i nostri artisti italiani - Carla Accardi, Massimo Bartolini, Diego Perrone tra gli altri».

In Asia iniziano ad essere apprezzati anche alcuni artisti italiani contemporanei come Davide Balliano da Cardi (dai 12mila ai 30mila dollari) e Nicola Samorì, sold out da Eigen + Art (dai 7mila ai 60mila euro) con collezionisti soprattutto della regione. Feedback positivo da Peres Project, con sede a Milano e Berlino, che già da qualche anno ha testato il mercato orientale e che a fine aprile si espanderà a Seul con un nuovo spazio. La galleria ha presentato una selezione dei propri artisti, ormai «must-have» nelle collezioni coreane e non solo, come Donna Huanca, Paolo Salvador, e l’autrice originaria di Hong Kong Mak2. Un’opera di quest’ultima è stata usata nella promozione dalla stessa Art Basel in giro per la metropoli.

L’ambizione di Hong Kong pare oggi quella di diventare non solo un centro del mercato dell’arte, ma anche culturale, come testimoniano gli ingenti investimenti nel settore e la decisione di ospitare negli stessi giorni della fiera il Museum Summit in collaborazione con Le Gallerie degli Uffizi. Dalle prime edizioni di Art Basel la città è sicuramente cambiata, e pare oggi pronta a competere, dopo la dura prova della pandemia e nonostante le numerose limitazioni, con gli altri centri principali dell’arte in Europa e Usa.

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