L’esuberanza latina nelle fiere di febbraio

È il mese di ZONA MACO e di Frieze Los Angeles: una più locale, l’altra così internazionale da svolgersi in un aeroporto, entrambe orientate alla scena latinoamericana

«Overpainted magazine» di dr.lakra, artista messicano rappresentato dalla galleria kurimanzutto
Elisa Carollo |

La stagione 2021-22 ha visto il consolidamento del «momentum» che l’arte latinoamericana sta avendo soprattutto negli Stati Uniti, con un dovuto riconoscimento in ambito istituzionale, e conseguentemente del mercato. Tale attenzione è del resto in linea con i cambiamenti socio-demografici: la comunità ispanica nel Nuovo Continente ha raggiunto nel 2021 i 62,5 milioni, diventando il secondo gruppo etnico nel Paese (19%).

Numerosi talenti dell’arte del Centro e Sud America, e della diaspora latinoamericana (oggi definiti latinx), erano presentati ad Art Basel Miami Beach lo scorso dicembre. Ha raccolto particolare attenzione la spiritualità insita nella poetica di Sara Flores, peruviana, appartenente al gruppo indigeno Shipibo-Conibo, presentata dalla galleria Clearing. Sciamanesimo, tradizioni e rivendicazioni identitarie, sembrano essere la spinta genuina che anima gran parte di queste ricerche, rendendole non solo rilevanti per i curatori, ma anche per collezionisti locali e internazionali.

Fra NADA e Untitled Art, a Miami entrambe nello stesso periodo di Art Basel, erano tante le iniziative per scoprire queste promesse: Swivel Gallery aveva lo stand, sold out, della giovane italo-cubana Amy Bravo e il lavoro del portoricano Rogelio Báez-Vega, presente nella galleria di San Juan El Kilómetro, è stato acquisito dal Pérez Art Museum (ora al Whitney Museum per una mostra dedicata alla scena portoricana). Del resto la frizzante città della Florida vanta una vasta comunità ispanica bilingue. Anche per questo molti appassionati d’arte del Centro e del Sud America preferiscono la sua «art week» a quella di New York.

Una delle fiere principali di questa macroarea è sicuramente ZONA MACO (Città del Messico, dall’8 al 12 febbraio). La sua attuale edizione appare meno internazionale delle precedenti dal momento che molte gallerie straniere mancano all’appello. Il risultato è una manifestazione più regionale in termini di proposte, ma che, alla pari di ARTBO a Bogotá, rimane un appuntamento apprezzato soprattutto dai collezionisti locali per scoprire, acquisire e supportare nomi del panorama latino contemporaneo verso cui sono solitamente orientati.

In parallelo all’interesse da parte del mercato, si rivela centrale nella strategia di crescita organica di questi artisti anche il sostegno degli estimatori del luogo che possano perorare la loro causa anche nei musei vicini: molti di loro aspirano infatti ad avere un impatto reale nella realtà socio-economica e politica delle «Americas», non solo degli Stati Uniti.

Altro punto di riferimento per indagare questa vasta compagine, e soprattutto coloro che sono nati o cresciuti lontani dai loro Paesi d’origine, è sicuramente Frieze Los Angeles (nell'aeroporto di Santa Monica, dal 16 al 19 febbraio), sebbene il suo ricco parterre di espositori ne dichiari immediatamente la verve più internazionale. Fra le gallerie che propongono nei loro stand questi artisti si ricordano Gaga, con sedi a Los Angeles, Città del Messico e Santa Monica, la messicana Proyectos Monclova, la newyorkese regularnormal e Nara Roesler, con sedi in Brasile e New York.

La losangelina Sow & Tailor presenta per l’occasione una personale della giovane promessa latinx, nata nel New Jersey, Veronica Fernandez. Del resto Los Angeles è da generazioni una delle città americane a maggioranza ispanica (49%) e la sua vitalità artistica nell’ultimo periodo sembra essersi sempre più focalizzata a esprimerne narrazioni e rivendicazioni specifiche.

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Elisa Carollo