Alla Querini Stampalia Arici va oltre Venezia

In occasione della mostra dell’autore veneziano si tiene un ciclo di incontri sul tema del ruolo degli archivi nel settore della fotografia

Scatto dalla serie «The State of Things, Arles» (2015), di Graziano Arici (particolare). © Graziano Arici
Rischa Paterlini |  | Venezia

A Venezia, fino al primo maggio, la Fondazione Querini Stampalia ospita la mostra fotografica «Graziano Arici. Oltre Venezia. “Now is the Winter of our Discontent”» a cura di Daniel Rouvier e Ariane Carmignac, promossa in collaborazione con il Musée Réattu di Arles in Provenza e in cui vengono presentate una selezione di oltre 400 fotografie appartenenti a 9 differenti serie, realizzate tra il 1979 e il 2020.

In attesa di conoscere il nuovo programma e la nuova sede della Casa dei tre Oci, storico spazio espositivo veneziano dedicato alla fotografia, la Fondazione Querini Stampalia conferma il proprio titolo nella ricerca della realtà fotografica, grazie anche alle importanti donazioni dei fondi di Luigi Ghirri, Luigi Ferrigno e Mark Smith, oltre che dello stesso Graziano Arici permettendo all’istituzione di creare un archivio di immagini deciso a raccontare Venezia e il mondo dell’ultimo mezzo secolo.

La direttrice del museo, prendendo spunto dalla figura di Graziano Arici (Venezia, 1949), non solo artista protagonista della mostra in corso, ma anche collezionista di immagini del XIX secolo o della prima metà del XX secolo, ha chiamato Lorenza Bravetta, consulente nel campo della fotografia, membro del Comitato scientifico della Fondazione La Triennale di Milano, ad organizzare un programma di incontri e approfondimenti con autori, esperti e addetti ai lavori.

«Una riflessione sul valore dell’immagine nella cultura contemporanea e sul ruolo che gli archivi hanno quali collettori di memoria», racconta la curatrice. Un public program che prevede un ciclo di quattro incontri veneziani (dal 26 gennaio al 20 aprile), con l’aggiunta di uno romano previsto per il 2 febbraio al Palazzo delle Esposizioni. L’intento è di riflettere sulle possibili strategie di valorizzazione e conoscenza degli archivi in un’era di connessioni digitali, conducendoci in un viaggio alla scoperta delle trasformazioni sociali e culturali che hanno caratterizzato Venezia, sollecitando una riflessione sul significato della storia, attraverso l’atto del guardare.

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