La seduzione nel Rinascimento

Le declinazioni del tema dell’amore fisico nella sensibilità e nella cultura tra Quattro e Cinquecento

«Zeus che seduce Olimpiade» (1526-28), di Giulio Romano (particolare). Mantova, Palazzo Te
Virtus Zallot |

Un libro sostanzioso per quantità e qualità di riferimenti e immagini, analizzati con l’ironia che l’argomento richiede. Il volume affronta le declinazioni del tema dell’amore fisico nella sensibilità e cultura rinascimentali, annotando come, tra Quattro e Cinquecento, si sia affermato un nuovo modo non solo di viverlo, ma di raccontarlo e illustrarlo.

Dopo il pudore del Medioevo, recuperando la spudoratezza degli antichi, il Rinascimento rimise infatti in scena, in modo spesso molto esplicito, il corpo. Gli autori, Giulio Busi e Silvana Greco, ne selezionano un ricco repertorio organizzato in un itinerario di crescente coinvolgimento fisico ed emotivo che esplora le interrelazioni che vanno dal corteggiamento all’amplesso, con capitoli dedicati a: Guardarsi, Parlarsi, Toccarsi, Baciarsi, Fare l’amore.

Dal desiderio all’orgasmo, racconti e immagini descrivono un assommarsi di stimoli e reazioni, poiché ciascuna fase si carica delle precedenti. La trattazione è caratterizzata da grande concretezza. Non si sofferma infatti sulle teorie dell’amore, se non in quanto premessa e giustificazione al suo pratico consumo. Le persone convocate sono vere o verosimili e tutte, per quanto diverse, dotate di una corporeità che persegue lo stesso fine.

Anche agli dèi, scrittori e artisti rinascimentali conferirono una fisicità immanente: non solo perché il ricorso al mito consentiva di raffigurare aspetti altrimenti scabrosi, ma anche perché dèi e uomini amavano fisicamente nello stesso modo. La concretezza dell’amore è resa anche mediante la ricostruzione di un repertorio di oggetti e del loro uso: tra questi lo specchio e il petrarchino, la lettera d’amore e le scandalose stampe dei Modi di Pietro Aretino, la finestra e il ritratto.

Stupisce la disinvoltura sessuale degli amanti, affatto preoccupati delle conseguenze sociali e fisiche (per esempio la gravidanza) dell’«ultimo atto carnale», quello che il non meno intraprendente amor cortese teorizzato a fine XII secolo da Andrea Cappellano prevedeva di evitare. Con la loro ricerca, partecipano alla revisione della tradizionale e oramai superata concezione del Rinascimento come epoca fondata su armonia ed elevati ideali, proponendo un «Altro Rinascimento» anche amoroso: per niente apollineo e molto dionisiaco.

Amarsi. Seduzione e desiderio nel Rinascimento,
di Giulio Busi e Silvana Greco, 384 pp., ill., il Mulino, Bologna 2022, € 48

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