Fai, Legambiente e Wwf v/s Italia Nostra e S&S (Sangiuliano + Sgarbi)

Storica apertura dei tre movimenti in «12 proposte per una giusta transizione energetica»: «In piena emergenza climatica, la mitigazione si realizza con gli impianti di energie rinnovabili». Ma Italia Nostra non ci sta e si schiera con il ministro

«Promuovere le rinnovabili è anche promuovere la pace», dice Legambiente
Arianna Antoniutti |

Il fronte delle associazioni per la difesa del patrimonio storico, artistico e naturale italiano si è spaccato. È stato il tema delle energie rinnovabili a provocare quella che appare un’insanabile frattura. Fai, Legambiente e Wwf Italia, infatti, hanno manifestato una storica apertura in favore di fotovoltaico ed eolico, siglando il documento congiunto «Paesaggi rinnovabili. 12 proposte per una giusta transizione energetica». Per tutta risposta, Italia Nostra ha annunciato di «aver rotto ogni accordo con l’ideologia rinnovabilista di Legambiente, Wwf e Greenpeace, cui oggi si aggiunge inopinatamente il Fai. Oggi Italia Nostra non può che sostenere l’indirizzo politico del ministro Gennaro Sangiuliano e del sottosegretario Vittorio Sgarbi, i quali cercano la strada per salvaguardare ciò che rimane del paesaggio italiano».

Tra le 12 proposte contenute nel documento firmato da Fai, Legambiente e Wwf Italia, figurano punti cruciali come la tutela dell’identità dei luoghi, l’istituzione di una cabina di regia interministeriale, l’efficientamento degli impianti eolici esistenti, la creazione di piani speciali per il fotovoltaico nelle aree industriali e commerciali, nelle aree dismesse e/o contaminate (e, a certe condizioni, nei centri storici). È ritenuta difatti la soluzione più razionale, come si legge nel documento, «installare i pannelli sui tetti delle nuove costruzioni, sugli edifici pubblici, nelle aree industriali, e ovunque l’impatto sul paesaggio sia trascurabile. Sapendo che questo non può bastare, è importante orientare l’installazione su altre tipologie di superfici, senza occupazione di nuovo suolo».

Per Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, si tratta di «una rivoluzione gentile. Il documento è frutto di un lavoro iniziato la primavera scorsa, un percorso in itinere che vede impegnate le due maggiori associazioni ambientaliste del Paese, assieme alla più grande fondazione che si occupa di ambiente e paesaggio in Italia. Il nostro impegno comune confluirà quest’anno, in un convegno nazionale. È una rivoluzione gentile e necessaria, tutto ciò che dovrà essere calibrato e realizzato sarà messo in opera con le nostre migliori competenze, e con la più ampia trasparenza pubblica.

Ci siamo dati
obiettivi ambiziosi ma raggiungibili. C’è da compiere uno sforzo civico ed etico, importante e coeso. Noi, come Legambiente, partiamo da dati oggettivi: il “Bel Paese” è già sotto attacco, scempiato da scelte scellerate, cementificazioni selvagge, abusivismo, cui si somma una situazione di piena emergenza climatica. E la mitigazione si realizza, è inconfutabile, con gli impianti di energie rinnovabili. Tali impianti, voglio dirlo con chiarezza, non sono mai a impatto zero. Si tratta però di valutare quanto essi siano, caso per caso, sostenibili e compatibili. A tale proposito, è prioritario rilanciare, in maniera coordinata e programmata con il MiC, la pianificazione paesaggistica regionale. Dire troppi no a eolico e fotovoltaico equivale a dire sì al petrolio, alle trivellazioni, ai rigassificatori, alla nostra dipendenza dalle fonti fossili e da Stati esteri, anche di dubbia democrazia. Promuovere le rinnovabili, è anche promuovere la pace.

Vorrei che di questo si potesse ragionare in maniera pacata, mi piacerebbe che nessuno percepisse l’altro come avversario. Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte, ad assumerci la nostra personale responsabilità
». Pensa che ci siano margini di dialogo con Italia Nostra, chiediamo a Ferruzza? «Me lo auguro, noi collaboriamo con Italia Nostra in moltissime vertenze urbanistiche, in casi di cattiva gestione del territorio e in tanti presidi regionali e locali. Spero comprendano che siamo sempre, anche in questo caso, dalla stessa parte della barricata».

Il Dodecalogo pro fotovoltaico ed eolico
1. Tutelare l’identità dei luoghi e garantire la partecipazione dei cittadini.
2. Rilanciare la pianificazione paesaggistica regionale.
3. Promuovere un piano nazionale straordinario per le aree idonee.
4. Istituire una cabina di regia interministeriale.
5. Varare un programma straordinario di formazione paesaggistica permanente.
6. Sostenere la nascita e la diffusione delle comunità energetiche.
7. Predisporre un piano per lo sviluppo dell’agrivoltaico nelle aree rurali.
8. Predisporre piani speciali per il fotovoltaico nelle aree industriali e commerciali, nelle aree dismesse e/o contaminate e (a certe condizioni) nei centri storici.
9. Favorire l’efficientamento degli impianti eolici esistenti (repowering).
10. Elevare la qualità progettuale promuovendo formazione professionale specifica.
11. Incentivare forme di compartecipazione economica dei cittadini nei progetti.
12. Favorire pratiche agricole che aumentino la capacità di stoccaggio di CO2 dei suoli, dissuadendo con ogni mezzo l’inutile consumo di suolo fertile.

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